In arrivo enormi aumenti da Acqualatina? Appello: sindaci, alzate la testa e salvateci
Allarme di 8 associazioni dei Consumatori
Le Associazioni dei consumatori lanciano un gravissimo allarme preventivo: le bollette Acqualatina, che sono già la più alta d’Italia, potrebbero avere aumenti in maniera esorbitante.
L’allarme viene da ben 8 Associazioni dei Consumatori: ADICU, A.E.C.I., Associazione Consumatori e Famiglie, AssoConsItalia, CODACONS, CODICI, Movimento Difesa Consumatori, Ugcons.
Ed ecco cosa sta succedendo.
In Acqualatina comanda la minoranza
La multinazionale italo-americana Italgas detiene il 100% di quote della società Nepta. Nepta a sua volta è subentrata alla multinazionale francese Veolia nel possesso del 49% delle quote di Acqualatina.
La parte pubblica, rappresentata dai sindaci dei comuni dove Acqualatina opera, ha il 51% delle quote di Acqualatina Spa. Stando così le cose, i Comuni potrebbero decidere la politica del gestore idrico, forti della loro maggioranza. Ma non è così.
Nella realtà fino ad oggi i sindaci, tranne qualche eccezione, si sono sempre limitati a ratificare l’operato e le richieste delle multinazionali che si succedono alla guida di Acqualatina, che dunque spadroneggiano con la nostra acqua pubblica.
In considerazione di tali comportamenti, le associazioni dei consumatori si dicono preoccupatissime rispetto alla nuova proposta di Italgas, il vero padrone di Acqualatina.
Il piano di investimenti pagato con le bollette Acqualatina
Italgas, attraverso la controllata Nepta, ha comunicato che intende adottare un piano di investimenti pari a 351 milioni di euro per i prossimi sei anni per ridurre le perdite idriche.
L’intento è nobile, ma se approfondiamo, c’è da rimanere davvero sconcertati.
Ricordiamo che le spese per i lavori effettuati da Acqualatina vanno a finire nel suo bilancio. E se aumentano le spese, queste devono essere compensate da un aumento delle entrate, perché al gestore idrico deve essere garantito un utile. Grazie alle leggi approvate dai Governi italiani (di destra e di sinistra) i costi dei lavori andrebbero dunque a finire tutti a carico degli utenti, cioè in bolletta.
Come dire: quando c’è da pagare, pagano gli utenti; quando c’è da incassare, incassano le multinazionali, senza nemmeno il minimo rischio d’impresa.
Le associazioni di difesa dei consumatori fanno due conti (e c’è da spaventarsi):
“351 milioni di euro diviso i sei anni del piano, ammonterebbero in media a 58 milioni e mezzo di euro l’anno. Se si considera che l’intero bilancio di Acqualatina ammonta a meno di 110 milioni di euro l’anno e che con questo importo la tariffa idrica che viene pagata dagli utenti dell’ATO 4 è la più alta d’Italia, non è difficile comprendere quale sarebbe l’incidenza di un tale carico economico sui costi che dovranno pagare cittadini e partite IVA.”
Se la matematica non è un’opinione, le bollette Acqualatina potrebbero avere aumenti del 50%!!!
Inoltre, con un aumento nei prossimi anni come quello ipotizzato dalle associazioni consumatori, rischierebbe di aumentare notevolmente anche la morosità. E visto l’assurdo meccanismo per cui chi paga regolarmente si carica anche le quote di chi non paga, potete immaginare a che cifre schizzerebbero le bollette di cittadini e aziende.
Naturalmente se Acqualatina ha una ricetta per cui riesce a fare 351 milioni di investimenti senza aumentare le bollette, saremmo lietissimi di pubblicare le sue dichiarazioni e rassicurare tutti gli utenti dell’ATO 4.
E i soldi dati finora ad Acqualatina?
Le 8 associazioni dei consumatori unite puntano il dito contro Acqualatina, ma anche contro i sindaci succubi. Scrivono le associazioni:
“Secondo il vicepresidente di Nepta nonché vicepresidente di Acqualatina, quindi con dati sicuramente attendibili, le perdite idriche ammonterebbero ad oltre il 70%, ovvero ad una percentuale persino superiore a quella dell’inizio della gestione di Acqualatina, ovvero oltre 21 anni fa. Dopo oltre un ventennio di gestione del sistema idrico, la situazione della dispersione di acqua in quelle che sembrerebbero essere le tubature più colabrodo d’Italia, permane a livelli anche superiori a quelli di venti anni fa, nonostante i tantissimi soldi pagati dai cittadini per ridurle. Ma tutte le centinaia di milioni di euro date fino ad ora ad Acqualatina per ridurre le perdite come sono state impiegate? Chi ha controllato quali lavori venissero eseguiti e la loro effettiva efficacia? I dati che venivano via via forniti, saranno stati veritieri o no? Qualcuno li avrà verificati o no?”.
Appello ai Sindaci
Chi paga Acqualatina paga la tariffa più alta d’Italia per l’acqua. E paga a un gestore idrico che ha fatto anche aumentare le perdite, in un momento in cui l’acqua diventa sempre più un bene prezioso.
E i sindaci (che hanno la maggioranza) cosa fanno? Cosa faranno davanti a questa nuova pretesa della multinazionale italo-americana?
Penseranno finalmente a ciò che è giusto per i loro cittadini oppure, sottomessi alle segreterie di Roma e Latina dei loro rispettivi partiti, abbasseranno di nuovo la testa e alzeranno la mano per votare gli aumenti delle bollette Acqualatina?
Le 8 Associazioni dei Consumatori ADICU, A.E.C.I., Associazione Consumatori e Famiglie, AssoConsItalia, CODACONS, CODICI, Movimento Difesa Consumatori, Ugcons lanciano un accorato appello ai sindaci:
Le associazioni “ritengono necessario portare a conoscenza di ciò i cittadini dei comuni che rientrano nel territorio dell’ATO4 Lazio Meridionale e che rappresentano il 51% della compagine azionaria di Acqualatina, affinché siano consapevoli di quali conseguenze economiche potrebbe ricadere sulle loro tasche qualora la Conferenza dei Sindaci dovesse approvare il piano degli investimenti voluto da Italgas.
Infine, una ‘minaccia’ politica verso i sindaci:
I sindaci che fanno parte di questo Organismo devono essere consapevoli delle responsabilità politiche e sociali che si assumeranno qualora approvassero il Piano previsto da Italgas attraverso la sua controllata NEPTA. Le Associazioni di tutela dei Consumatori attiveranno tutte le iniziative ritenute più opportune affinché i sindaci assumano le decisioni migliori nel rispetto degli interessi dei loro stessi concittadini”.
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