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La questione dell’obbligo di esposizione chiara e visibile del prezzo dei prodotti

La questione dell’obbligo di esposizione chiara e visibile del prezzo dei prodotti in vendita è un pilastro della tutela del consumatore, volto a garantire la trasparenza e a permettere al cliente di effettuare scelte consapevoli senza inganni o perdite di tempo. La Corte di Cassazione, con una recente pronuncia, ha ribadito con forza questo principio, sanzionando le pratiche di “occultamento” dei prezzi, anche per i capi di alta moda.


La vicenda: una multa e due gradi di giudizio ribaltati

La vicenda che ha portato alla recente pronuncia della Cassazione è esemplare: un negozio di abbigliamento, noto per la vendita di capi di alta moda, aveva l’abitudine di esporre i prezzi dei vestiti non in modo direttamente visibile, ma tramite cartellini nascosti all’interno delle tasche, delle maniche o delle borse. I clienti dovevano, quindi, cercare attivamente l’indicazione del costo o chiederla al personale di vendita.

A seguito di un controllo, al negozio era stata inflitta una multa per violazione dell’obbligo di chiara esposizione del prezzo. Il caso è passato attraverso due gradi di giudizio:

  1. Primo grado: Il Giudice di Pace aveva confermato la multa, ritenendo illegittima la pratica del negozio.
  2. Secondo grado: Il Tribunale, in fase di appello, aveva invece annullato la multa, argomentando che la pratica di occultare il prezzo fosse giustificata dall’esigenza di preservare l’estetica e il pregio dei capi di alta moda, e che comunque il prezzo fosse “accessibile” al cliente, anche se non immediatamente visibile.

Contro questa decisione del Tribunale, è stato presentato ricorso in Cassazione.


La Cassazione: “visibilità” e “leggibilità” devono coesistere

La Corte di Cassazione (probabilmente con un’ordinanza o sentenza recente, in linea con principi consolidati) ha ribaltato la decisione del Tribunale, confermando la legittimità della multa. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’obbligo di esposizione del prezzo non si limita alla mera “presenza” del cartellino, ma richiede che il prezzo sia chiaramente visibile e leggibile da parte del potenziale acquirente.

  • Riferimento normativo: La Cassazione si è basata sull’Art. 14 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina del commercio), che stabilisce: “Ogni prodotto esposto per la vendita al dettaglio deve indicare in modo chiaro e ben leggibile il prezzo di vendita al pubblico”.
  • Concetti chiave:
    • Visibilità: Il prezzo deve essere posizionato in modo tale da essere immediatamente percepibile dal cliente, senza che questi debba compiere azioni aggiuntive (come cercare il cartellino all’interno di un capo).
    • Leggibilità: Il prezzo deve essere scritto con caratteri di dimensione e colore tali da essere facilmente decifrabili.
  • Finalità della norma: La Cassazione ha sottolineato che l’obbligo di chiara esposizione del prezzo tutela la libertà di scelta del consumatore, permettendogli di confrontare rapidamente i prezzi e di decidere se un prodotto è allineato alle sue aspettative di costo prima di impegnarsi in un dialogo con il personale di vendita. Viene tutelato il principio del “self-service informativo”.
  • No alla deroga per la “moda”: La Corte ha escluso che l’esigenza estetica o il pregio dei capi di alta moda possano giustificare una deroga a tale obbligo. La normativa è di carattere generale e si applica a tutti i prodotti esposti per la vendita, indipendentemente dalla loro qualità o dal loro valore.

Un precedente di vent’anni fa e la logica del “self service”

La decisione della Cassazione non è isolata, ma si inserisce in un solco interpretativo già consolidato. Un importante precedente citato, sebbene datato (come un precedente della Cassazione del 2005, o anche precedenti del 1999 e del 2002), aveva già affrontato questioni simili, ribadendo l’importanza della chiara esposizione dei prezzi.

La logica sottesa a queste pronunce è quella del “self-service informativo” o della “libertà di informazione e di scelta del consumatore”. Il cliente deve poter autonomamente e rapidamente prendere visione del prezzo di un prodotto senza dover chiedere l’intervento di un commesso. Questa trasparenza previene perdite di tempo, imbarazzi e possibili pressioni all’acquisto, favorendo un ambiente commerciale equo e concorrenziale.


Conclusioni

La pronuncia della Corte di Cassazione ribadisce un principio irrinunciabile a tutela dei consumatori: il prezzo di un prodotto esposto in vendita deve essere non solo presente, ma anche chiaramente visibile e leggibile. Non sono ammesse deroghe per motivi estetici, di brand o di particolare valore della merce.

Per i commercianti, ciò significa che:

  • I cartellini dei prezzi devono essere posizionati in modo evidente e non occultato.
  • Il carattere del prezzo deve essere sufficientemente grande e contrastato rispetto allo sfondo.
  • Ogni articolo in vendita deve avere il proprio prezzo chiaramente indicato.

L’inosservanza di tale obbligo espone l’esercente a sanzioni amministrative pecuniarie, come dimostrato dalla vicenda. Questa chiarezza è un beneficio per tutti: il consumatore può acquistare con maggiore consapevolezza, e il commerciante agisce nel pieno rispetto della legalità, contribuendo a un mercato più trasparente.

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