Evoluzione attesa del “bonus casa” a partire dal 2026 in Italia
1. Contesto e finalità della riforma “bonus casa 2026”
Negli ultimi anni il sistema fiscale ha utilizzato i bonus edilizi (ristrutturazioni, ecobonus, superbonus, bonus barriere, bonus mobili, ecc.) come leva per stimolare la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Tuttavia, il costo per le finanze pubbliche e le distorsioni generate (eccessiva proliferazione di crediti d’imposta, contenziosi, oneri di gestione) hanno spinto il legislatore a una revisione strutturale.
L’orientamento ormai consolidato suggerisce che dal 2026 si vada verso un sistema di detrazioni “ordinario”, meno generoso e più sostenibile, articolato su due aliquote distinte:
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una aliquota più favorevole (ad esempio 50 %) per gli interventi effettuati sull’abitazione principale o “prima casa”;
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una aliquota ridotta (es. 36 % o 30 %) per le seconde case o immobili non adibiti ad abitazione principale.
Nel processo di transizione, vengono eliminate o drasticamente ridotte le cosiddette “maxi agevolazioni” come il superbonus al 110 % o il bonus barriere architettoniche al 75 %.
2. Le nuove aliquote e il regime transitorio
A. Aliquote previste
Secondo le bozze e le proposte emerse finora:
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Per l’abitazione principale (prima casa), l’aliquota agevolata permane al 50 % per il 2025 e poi scende al 36 % per le spese sostenute nel 2026 e 2027.
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Per gli altri immobili (seconda casa, immobili non adibiti ad abitazione principale), l’aliquota agevolata sarà del 36 % nel 2025, con una riduzione al 30 % per le spese nel 2026 e nel 2027.
Il tetto massimo di spesa agevolabile, per gli interventi di ristrutturazione ordinaria, rimarrebbe fissato in circa € 96.000 per unità immobiliare.
B. Transizione e limiti temporali
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Il 2025 è il triennio transitorio durante il quale la maggiorazione al 50 % è concessa solo per l’abitazione principale, mentre per gli altri immobili l’aliquota è già ridotta a 36 %.
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Dal 1° gennaio 2026, la riduzione generalizzata delle aliquote entrerà in vigore, rendendo più stretti i margini di convenienza per iniziare nuovi lavori.
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Alcuni bonus (come bonus mobili) potrebbero non essere prorogati oltre il 2025, per evitare sovrapposizioni agevolative.
3. L’ambito oggettivo: lavori ammessi e comunicazioni all’ENEA
A. Interventi ammessi
Il nuovo sistema prevede che continuino a rientrare nei bonus:
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Ristrutturazioni edilizie e manutenzione straordinaria (rifacimento impianti, sostituzione infissi, bagni, consolidamenti, modifiche interne, eliminazioni barriere architettoniche, adattamenti impianti).
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Interventi di efficientamento energetico (involucro termico, impianti più efficienti) purché restino nei limiti tecnici previsti per l’ecobonus (requisiti minimi di trasmittanza U, rendimento, normative vigenti).
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Installazioni di dispositivi per l’accessibilità e la sicurezza (scale di sicurezza, ascensori, barriere) fino a quando compatibili con le nuove aliquote.
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Bonus mobili ed elettrodomestici collegati a interventi di ristrutturazione (confermato per il 2025), ma con la prorogabilità per il 2026 incerta.
B. Comunicazioni all’ENEA e adempimenti
Per gli interventi che implicano miglioramenti energetici, sarà necessario continuare a:
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trasmettere all’ENEA le schede tecniche degli interventi entro termini stabiliti (ad esempio 90 giorni dalla conclusione dei lavori);
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allegare asseverazioni tecniche da parte di professionisti abilitati;
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rispettare il visto di conformità e il codice fiscale del beneficiario nei documenti.
I nuovi adempimenti saranno calibrati per mitigare gli oneri burocratici, anche se i controlli e la verifica rimarranno stringenti per prevenire abusi.
4. Conferma e limiti del bonus mobili al 50 %
Il bonus mobili, ossia la detrazione per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati all’immobile oggetto di ristrutturazione, è confermato nel 2025 con aliquota al 50 % e con un tetto massimo di spesa (es. 5.000 €).
Tuttavia:
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la sua proroga per il 2026 rimane incerta e potrebbe decadere con il nuovo regime agevolativo.
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qualora fosse confermato, il bonus mobili continuerà ad applicarsi solo se gli arredi sono strettamente collegati a lavori edifici beneficiari delle detrazioni (ad es. sostituzioni dopo lavori strutturali).
5. Fine delle maxi agevolazioni: addio a superbonus e bonus barriere al 75 %
Le misure eccezionali introdotte negli ultimi anni per accelerare la transizione energetica e l’abbattimento delle barriere (superbonus 110 %, bonus barriere 75 %, ecc.) sono previste essere eliminate o fortemente ridotte dal 2026:
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Il superbonus 110 %, già concesso solo per lavori inizialmente avviati entro determinate date, vedrà un termine definitivo e non saranno più ammissibili nuovi interventi a tali condizioni favorevoli.
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Il bonus barriere architettoniche al 75 % potrebbe non essere prorogato o essere incorporato nel bonus ristrutturazione ordinaria con aliquote standard (es. 36 %).
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Alcuni interventi considerati “trainanti” per accedere alle agevolazioni congiunte non saranno più necessari, per razionalizzare il sistema.
Tale cancellazione delle agevolazioni più generose mira a contenere l’esborso pubblico e incentivare un uso più razionale dei bonus.
6. Impatto dei nuovi tetti reddituali e limitazioni soggettive
Un’ulteriore novità attesa riguarda l’introduzione di limiti reddituali per accedere alle detrazioni:
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è previsto che contribuenti con redditi complessivi superiori a una soglia (es. 75.000 € o più) possano avere una detrazione ridotta o scomputabile in misura limitata;
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potrebbe essere introdotto un meccanismo di “scaglione detrazione”, in base al reddito, al numero di figli o alla presenza di persone con disabilità;
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le detrazioni più alte (50 %) potrebbero essere riservate solo a fasce reddituali basse o medie, mentre i redditi alti beneficeranno della detrazione ridotta (36 % o meno).
Queste limitazioni soggettive servono a modulare l’agevolazione secondo criteri di equità fiscale e capacità contributiva.
7. Criticità, rischi e raccomandazioni
A. Complessità normativa e incertezza
Il passaggio da un sistema con molteplici bonus speciali a uno più semplice rischia di generare incertezze interpretative. È fondamentale che le norme transitorie siano chiare e che i contribuenti possano fare affidamento su regole stabili.
B. Disincentivo nell’avvio di nuovi lavori
La riduzione delle aliquote dal 2026 potrebbe creare un effetto “scatta adesso o rimani fuori”, con pressioni sui cantieri da avviare entro il 2025 per “cogliere il massimo” delle agevolazioni. Ciò potrebbe generare sovraccarico del sistema dei controlli e aumentare gli errori.
C. Rischio di esclusione delle classi agiate
Se i tetti reddituali saranno pesanti, una parte dei proprietari dotati di redditi elevati potrebbe essere esclusa dalle detrazioni, riducendo la diffusione degli interventi.
D. Necessità di strumenti informativi e controlli
Per accompagnare la transizione, sarà necessario:
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rendere disponibili guide ufficiali chiare su quali interventi rientrano e come applicare le aliquote;
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rafforzare i meccanismi di controllo ex post per prevenire abusi;
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consentire opzioni di contraddittorio preventivo per contribuire a interpretazioni corrette.
✅ Conclusione
Il “bonus casa 2026” segna una svolta nel sistema delle agevolazioni edilizie in Italia: il superbonus e i bonus speciali stanno per essere archiviati e sostituiti da un modello più sobrio e sostenibile, con detrazioni fisse su due aliquote (50 % per prima casa, 36 % o 30 % per altri immobili).
I lavori ammessi restano quelli per ristrutturazioni e efficientamento energetico, con obblighi di comunicazione all’ENEA e documentazione tecnica. Il bonus mobili è confermato per il 2025 ma la sua prosecuzione nel 2026 è incerta. Il passaggio a un regime più ordinario sarà accompagnato da limiti reddituali e un crescente onere per i contribuenti.
Dal punto di vista giuridico, sarà essenziale che il legislatore garantisca certezza normativa, effettività della tutela, proporzionalità delle agevolazioni e chiarezza nei criteri transitori, per evitare contenziosi e garantire un’applicazione equa e funzionale.

