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Educazione finanziaria nell’era digitale

L’avv. Dalila Loiacono (segretario Nazionale ADICU aps) ci parla di educazione finanziaria e strumenti di pagamento.

Il web ormai è parte integrante della nostra vita e anche l’home banking è diventato un’importante realtà. Con l’Internet banking, le diverse operazioni che un tempo era possibile svolgere soltanto recandosi fisicamente in filiale, ora si possono eseguire restando comodamente a casa propria. L’home banking rappresenta uno strumento molto vantaggioso per la sua massima flessibilità, consente di collegarsi al proprio conto corrente o conto deposito in ogni momento della giornata e da qualsiasi dispositivo, in qualsiasi luogo del mondo ci si trovi, compiendo tutte le operazioni legate al proprio conto e usufruendo dei servizi della banca h24.

Oltre agli indubbi vantaggi, questa tecnologia, presenta anche delle vulnerabilità e delle insidie, essendo esposta ad attacchi informatici da parte di soggetti interessati ai nostri risparmi.

Il meccanismo più utilizzato è la tecnica del phishing.

Con tale espressione si fa riferimento ad una vera e propria truffa online, in cui l’utente viene raggirato attraverso SMS. messaggi di posta elettronica, e link che riproducono la grafica degli istituti di credito.

Nonostante la giurisprudenza sia volto a tutelare il correntista e ad ascrivere la responsabilità alla banca, vi sono alcuni limiti, che una volta superati comportano una responsabilità del danneggiato.

A tal proposito è interessante la pronuncia della Corte di Cassazione, n. 7217/2023 secondo cui se un cliente di una banca cade vittima di truffe online e fornisce informazioni personali quali il proprio user-ID o la password per accedere al proprio home banking, e la banca ha adottato tutte le misure di sicurezza efficaci per impedire che ciò accada, la responsabilità resta in capo al correntista.

Occorre, quindi, diffidare di qualunque e-mail, con indirizzi web molto lunghi, contenenti caratteri inusuali, link presenti in e-mail sospette, ed e mail o SMS che richiedono, in genere, l’inserimento di dati riservati riguardanti codici di carte di pagamento, chiavi di accesso al servizio home banking o altre informazioni personali.


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