Cassazione: “Il padre paghi il mantenimento alla figlia ventenne, specie se vive al Sud”.
La recente ordinanza n. 12121/2025 della Corte di Cassazione rappresenta un’evoluzione significativa nel diritto di famiglia italiano, in particolare sul tema del mantenimento del figlio maggiorenne non economicamente autosufficiente. Con questa pronuncia, la Suprema Corte afferma che la condizione socio-economica del territorio di residenza del figlio è un elemento giuridicamente rilevante nella valutazione della persistenza dell’obbligo di mantenimento.
Il caso specifico riguarda una giovane donna di 20 anni, residente nel Sud Italia, la cui madre aveva impugnato la decisione di cessazione del mantenimento da parte del padre. La Corte, sovvertendo la decisione di secondo grado, ha riconosciuto l’obbligo del padre di continuare a versare l’assegno, tenendo conto della reale difficoltà di inserimento lavorativo nel contesto territoriale.
⚖️ IL PRINCIPIO AFFERMATO DALLA CASSAZIONE
La Corte ha stabilito che:
“L’obbligo di mantenimento da parte del genitore non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, ma deve tenere conto delle concrete possibilità del figlio di raggiungere l’autonomia economica, anche in relazione al contesto territoriale in cui vive.”
✅ In particolare:
-
La maggiore età non implica la fine automatica del mantenimento.
-
La valutazione sull’autosufficienza deve tener conto della situazione concreta del figlio, incluse le difficoltà occupazionali oggettive, come:
-
l’alto tasso di disoccupazione giovanile;
-
la mancanza di opportunità di lavoro stabile;
-
il divario economico e strutturale Nord/Sud.
-
📌 I PRESUPPOSTI DELL’OBBLIGO DI MANTENIMENTO
In base a una consolidata giurisprudenza, l’obbligo di mantenimento del figlio maggiorenne sussiste fino a quando:
-
Il figlio non ha ancora trovato un’occupazione retribuita e stabile;
-
Sta seguendo un percorso formativo serio e coerente con le proprie attitudini;
-
Non rifiuta colpevolmente offerte di lavoro congrue.
👉 Il principio ribadito nella sentenza è che non si può pretendere che un giovane ventenne, in assenza di reddito e in un contesto territoriale depresso, sia automaticamente considerato autosufficiente.
🧠 LA NOVITÀ: LA RILEVANZA DEL CONTESTO GEOGRAFICO
Con questa decisione, la Cassazione introduce un parametro oggettivo nuovo: la zona di residenza del figlio.
Nel caso concreto:
-
La giovane viveva nel Mezzogiorno, in una realtà ad alta disoccupazione giovanile.
-
Nonostante la maggiore età, non aveva un lavoro né una formazione conclusa.
-
La Corte ha affermato che l’onere del genitore resta fino al raggiungimento effettivo e realistico dell’indipendenza economica, e che il Sud d’Italia presenta ostacoli strutturali evidenti a questo obiettivo.
👩⚖️ LE IMPLICAZIONI GIURIDICHE
Per i giudici di merito:
-
Sarà necessario valutare caso per caso le condizioni socio-territoriali del figlio.
-
Il giudizio sull’autonomia economica non può essere astratto, ma contestualizzato.
Per i genitori:
-
Non basta dimostrare che il figlio è “adulto”: occorre provare che ha concrete opportunità per mantenersi.
-
L’onere della prova di una condizione di autosufficienza spetta a chi vuole far cessare l’obbligo di mantenimento.
⚠️ UN CASO PARTICOLARE MA NON ISOLATO
Questa decisione è destinata a fare giurisprudenza, soprattutto:
-
per i figli maggiorenni disoccupati, in particolare nel Meridione;
-
nei casi di genitori separati che tentano di far cessare l’obbligo in modo automatico;
-
in azioni di revisione degli assegni di mantenimento fondate solo sull’età anagrafica del figlio.
🧭 CONCLUSIONI
La Cassazione, con l’ordinanza 12121/2025:
-
conferma il diritto del figlio maggiorenne al mantenimento in mancanza di autonomia economica;
-
valorizza il contesto territoriale come elemento oggettivo di valutazione;
-
riafferma il principio costituzionale di solidarietà familiare (art. 30 Cost.);
-
introduce un criterio più realistico e conforme alla disparità economica Nord/Sud.

